Se n'è andato in mattinata, in punta di piedi: senza far confusione e creare troppi problemi. Gianfranco Funari, cabarettista e showman televisivo, è morto sabato mattina nell'ospedale San Raffaele di Milano, dove era ricoverato da 5 mesi per gravissimi problemi cardiaci e polmonari. Aveva 76 anni.
Fu Aboccaperta, la trasmissione del 1984 su su Raidue, a dargli la grande popolarità. Nato a Roma nel 1932, aveva debuttato nel 1967 al Derby di Milano; è del 1980 la sua prima apparizione come conduttore televisivo, con il programma Torti in faccia, di cui era anche autore. Verranno poi, in un crescendo di popolarità che ne fa uno degli animali da tv più apprezzati e controversi, Mezzogiorno sempre su Raidue (1987-90) e, poi con Mediaset, Mezzogiorno italiano su Italia 1 (1991).
Allontanato dal gruppo Fininvest per una polemica con Berlusconi, escogitò una soluzione inedita: la trasmissione Zonafranca, che andava in onda su 75 emittenti locali. Nel 1993-94 tornò a Retequattro per presentare Funari news, Punto di svolta e L'originale.
Con lo stesso ritmo di quelli che fanno "Uh!" nelle orchestre cubane, maltratta le donne, zittisce gli uomini, provoca i gay, azzera democristi, corregge i demosinistri, slega i leghisti. Ha lo stile necessario per disinibire gli animi, a farli essere spudoratamente quelli che sono, baricentro della nostra miseria culturale. Funari? E il guinzaglio dov'è?
Funari ha dato una riconoscibilità allo spettatore medio: la bocca aperta sul cortile di casa è una vera e propria incarnazione del Tele-paese sommerso. Non basta. Il segreto del suo successo è nel corpo ("C'io 'no stomaco alla zuava"), nella voce sguaiata, nel dire ("l'umanità mi piace tanto") e nell'ammiccare ("Ma che cazzo ne sanno..."), scoprendo l'acqua calda e l'ombrello aperto.Dicono: parla un italiano approssimativo. Macché: Funari, oggettivamente, parla con le mani. Con una gestualità che farebbe invidia a un vigile urbano, tratta le opinioni dei suoi ospiti come gli americani hanno trattato Hiroschima. Il Rugantino catodico se la spassa con fragorosi "se vedemo", "me pija 'n'attacco isterico", "si è parlato che", "me venga a trovare, che mangiamo un cappuccino insieme".
Ci mancherai, mi mancherà.
Grazie a Roberto D'Agostino per l'articolo .
Personalmente conobbi Funari in un programma su RAI DUE del quale facevo parte ogni tanto.
Prese una decisione molto coraggiosa: un giorno durante una puntata mi diede ragione , in diretta, su una domanda di musica sulla quale gli autori erano incerti (su Tracy Chapman)........ una cazzzata, lo so, però l'ho sentito vicino.
Ciao Gianfranco..............